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Archivio di Stato dell'Aquila

Sede della Sezione di Avezzano, presso Palazzo Torlonia


Sede della Sezione di Avezzano

La Sezione di Archivio di Stato di Avezzano, istituita con decreto del Ministero per i Beni e le Attività Culturali del 20 dicembre 1999, ha avuto sede al piano terra di un edificio comunale, Palazzina ex OMNI, fino a maggio 2015 quando è stata spostata nel Palazzo storico Torlonia del complesso ex ARSSA di proprietà della Regione Abruzzo. A dicembre 2021 è stata temporaneamente trasferita, per inizio lavori sul Palazzo Torlonia e sui Granai, presso il Palazzo nuovo della Regione nello stesso complesso ex ARSSA, al terzo piano del Dipartimento Agricoltura-Servizio Supporto Specialistico Agricoltura dove tutt’ora si trova. Alla Sezione è stato destinato il Granaio piccolo, oggetto di lavori finanziati con fondi Masterplan.

Formano il patrimonio documentario della Sezione la parte più antica dell’Archivio Storico del Comune di Avezzano con il fondo diplomatico (XIV-XVIII secolo), gli Statuti (secolo XIV), i Libri dei Consigli (1680-1784), i catasti gentileschi (1616, 1681), i catasti preonciari (1658) e onciari (1749, 1780), le delibere del Decurionato (1818-1861), del Consiglio (1861-1950) e della Giunta (1861-1920).

Insieme all'Archivio Storico del Comune di Avezzano sono pervenuti alla Sezione: la quasi totalità della Raccolta delle Leggi e Decreti del Regno di Napoli, del Regno delle Due Sicilie e del Regno d’Italia (1806-1949), gli Atti di Governo, il Giornale d’Intendenza (1806-1860), il Bollettino della Commissione Feudale, il Manuale di Amministrazione Comunale, Provinciale e delle Opere Pie (1873-1911) e alcuni libri a stampa pubblicati tra il XV e il XVIII secolo, tra cui il “Liber Vite”, bibbia con glosse interlineari e ordinarie e con commento di Nicola da Lyra, impressa a Venezia da Paganino de Paganinis nel 1495.

Acquisito dal Comune di Avezzano nella seconda metà dell’Ottocento per la devoluzione delle biblioteche dei conventi soppressi, apparteneva al convento di Balsorano, come documentato nell’ex libris “Ad usum simplicem fratris Iosephi a Canistro. Pertinet ad conventum S(ancti) Francisci prope Balsoranum”. L’incunabolo, dedicato al cardinale Francesco Todeschini Piccolomini, diventato poi papa Pio III nel 1503, è arricchito da splendide miniature, vignette e iniziali filigranate. 

 



Ultimo aggiornamento: 25/01/2024