Giorno della memoria. 27 gennaio 2025
In adempimento delle disposizioni del Ministero dell’Interno, trasmesse dai Prefetti a ciascun Podestà, il 22 agosto 1938 fu svolto il censimento degli Ebrei.
Le schede di censimento comprendevano informazioni relative a identità anagrafica, maternità, paternità, nascita, stato civile, occupazione, iscrizione in anagrafe, cittadinanza, religione, iscrizione al Partito Nazionale Fascista, benemerenze di guerra o di altro genere.
Analoghe schede venivano compilate nei pubblici uffici, dalle scuole alla Prefettura alla Questura, senza escludere il censimento degli ufficiali in congedo dipendenti dal Ministero della Guerra.
La Prefettura aveva il compito di raccogliere i dati e trasmetterli al Ministero dell’Interno - Direzione generale per la demografia e la razza. Divisione razza.
Al censimento ha fatto seguito il Regio Decreto 1728 del 17 novembre 1938 in esecuzione del quale entro 90 giorni dall’entrata in vigore del provvedimento l’appartenenza alla razza ebraica doveva essere denunziata e annotata nei registri di stato civile e della popolazione.
Numerosi documenti attestano che negli anni successivi, almeno fino al 1942, il Ministero dell’Interno chiedesse chiarimenti in merito all’appartenenza razziale di alcuni soggetti alla Prefettura, che a sua volta investiva la Questura e l’Ufficio Stato civile dei Comuni. Tra i documenti di cui richiedeva la trasmissione erano l’estratto dell’atto di nascita, il certificato di battesimo oltre a dichiarazione in merito all’iscrizione alla comunità israelitica.
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